Una delle qualità che accomuna le nuove generazioni di migranti è la discrezione.
Il distacco dalla nostra regione d'appartenenza non è avvenuto compatto, nessuna piccola schiera armata di valigie, nessuna categoria d'appartenenza che desse agio alla schedatura facile.
Foglia a foglia ci siamo staccati da rami antichi e pazienti.
Qualcuno è figlio di piccoli borghesi, altri di contadini. Qualcun altro di famiglie benestanti.
Neppure un ceto sociale unico d'origine, ci ha connotato.
[...] Noi pugliesi migranti siamo equipaggiati obbligatoriamente fin dalla nascita da una tenacia senza fine e di un immaginario pugnale pacifico e inarrestabile fra i denti.
Un brillare di occhi neri acuti, forzati all'umiltà dall'esperienza imposta, il precariato da vivere, orribile, che non si immaginava prima.
[...] E insieme alla faccenda sgranata e storta del procacciarsi il sostegno economico per pagare affitti vergognosi- se la parola vergogna non fosse stata desemantizzata per tutti noi che viviamo sotto l'ombrello impermeabile delle alpi - siamo rimasti da soli a inventarci le elaborazioni da distacco dalle nostre radici, dall'orizzonte di un mare invincibile, dalla famiglia spesso rimasta a custodire il suolo inaridito in ogni senso.
Qualcuno ha risolto il suo conflitto passando ogni giorno libero dagli impegni lavorativi al sud, e qualche volta questo non mi è sembrato corretto.
Non mi sembra sia eticamente giusto usare il Nord come dispensatore di stipendi e come dormitorio.
Ma questo dato va considerato come sintomo di un disagio nascosto, drammatico.
Qualcuno ha provato a vivere le regole civili ed esistenziali di un nord Italia che è davvero una nazione distinta e molto diversa per molti aspetti da quella d'appartenenza.
Fonte: http://testiappuntinote.blogs.it/2010/06/02/milanonichisolaandata-festa-del-cinema-invisibile-pugliesi-migranti-8720149/